Piacere in ascolto
Perchè la vera intimità non ha regole
RELAZIONE DI COPPIA
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Viviamo in un'epoca in cui tutto sembra dover avere un manuale d'istruzioni. Dalla preparazione del caffè perfetto alla routine mattutina ideale, ogni aspetto della nostra vita viene scomposto, analizzato e trasformato in una serie di passi da seguire. E l'intimità? Anche quella non è stata risparmiata.
L'illusione del metodo perfetto
Ci hanno insegnato che esistono le tecniche migliori, i trucchi infallibili, le strategie definitive. Come se il piacere fosse un tasto da premere, una reazione garantita. Come se l'intimità fosse una serie di pulsanti da spingere nella giusta sequenza per ottenere sempre lo stesso risultato, come se fossimo intercambiabili.
Beh, non lo siamo.
Questa visione meccanica dell'intimità non solo è riduttiva, ma è anche profondamente alienante. Trasforma ciò che dovrebbe essere un momento di connessione autentica in una performance da eseguire, un compito da portare a termine con successo. E nel frattempo, ci dimentichiamo della cosa più importante: la persona che abbiamo davanti.
L'intimità come incontro
L'intimità non è un'operazione meccanica, è un incontro. E ogni incontro è diverso, unico, irripetibile. Le persone non sono macchine, non hanno un libretto delle istruzioni nascosto da qualche parte. Hanno storie, esperienze, traumi, desideri, fantasie. Hanno una pelle che ricorda, un respiro che cambia, un cuore che pulsa con il proprio ritmo.
Una carezza che per qualcuno è puro godimento, per un altro può essere fastidiosa. Un tocco che può accendere un incendio o spegnerlo in un istante. La stessa parola sussurrata può far tremare di eccitazione o creare disagio. Non esistono formule universali perché non esistono corpi universali, né desideri universali.
Il pericolo di supporre
Eppure, il nostro errore più grande è supporre: supporre di sapere, supporre di conoscere, supporre di essere già capaci. Portiamo con noi le esperienze passate come se fossero verità assolute, applichiamo schemi appresi altrove come se funzionassero con chiunque, in qualsiasi momento.
"Con il mio ex piaceva così" – e allora? Quella persona non è questa persona. Quel momento non è questo momento. Anche la stessa persona, in giorni diversi, può desiderare cose completamente diverse. Il corpo non è statico, i desideri non sono fissi. Cambiano con l'umore, con lo stress, con il ciclo ormonale, con le emozioni che stiamo vivendo.
Supporre significa smettere di guardare chi abbiamo davanti. Significa sostituire la realtà con una proiezione, con un'idea preconcetta. E nell'intimità, questo è il modo più sicuro per perdersi, per non incontrarsi davvero.
Il segreto: allenarsi ad ascoltare
Questo è l'unico modo per essere davvero amanti straordinari: essere recettivi, accogliere, essere presenti. Ascoltare.
Non parlo solo di ascoltare le parole – anche se quelle sono fondamentali – ma di un ascolto più profondo, più corporeo. Ascoltare il corpo dell'altro, il suo respiro che si fa più veloce o più lento, la tensione e il rilassamento dei muscoli, i segnali sottili che ci manda senza parole. Il modo in cui si avvicina o si allontana, come risponde a un tocco, dove si sofferma il suo sguardo.
L'ascolto è una forma di generosità. È dire: "Io sono qui per te, non per dimostrare quanto sono bravo, non per confermare quello che già so, ma per scoprire chi sei tu, cosa desideri tu, cosa ti fa sentire vivo in questo preciso momento".
È un atto di umiltà e, insieme, di grande coraggio. Richiede di mettere da parte l'ego, la paura di sbagliare, il bisogno di controllo. Richiede di accettare di non sapere, di essere disposti a imparare ogni volta da capo.
Il potere della comunicazione
E poi, soprattutto, parlare.
Smettiamola di credere che il sesso sia una sfida a chi sa di più, una gara di tecniche perfette. L'intimità non è una dimostrazione di abilità, non è un esame da superare. È una danza a due, e in ogni danza serve comunicazione.
"Mi piace questo", "Vorrei provare così", "Più piano", "Più forte", "Aspetta un attimo", "Continua". Parole semplici che hanno il potere di trasformare un'esperienza mediocre in qualcosa di straordinario. Parole che dimostrano fiducia, che creano sicurezza, che permettono all'altro di sentirsi visto, accolto, desiderato per quello che è realmente.
Troppo spesso ci vergogniamo di parlare durante l'intimità, come se le parole rompessero la magia del momento. Ma è esattamente il contrario: le parole creano connessione, dissipano i dubbi, aprono porte che altrimenti resterebbero chiuse.
L'amante straordinario
Il miglior amante non è quello che conosce mille tecniche o che ha letto tutti i manuali possibili. Il miglior amante è quello che si mette in gioco, che sa stare in ascolto, che si avvicina all'altro senza preconcetti, senza schemi, senza certezze, con una sola promessa: quella di scoprire insieme.
È quello che non ha paura di dire "non lo so" o "insegnami". È quello che considera ogni incontro come un territorio nuovo da esplorare, con curiosità e rispetto. È quello che sa che la vulnerabilità non è debolezza, ma la condizione necessaria per una vera intimità.
Essere questo tipo di amante richiede pratica. Non la pratica delle tecniche, ma la pratica della presenza, dell'attenzione, dell'apertura. Richiede di lavorare su se stessi, di conoscere i propri limiti e desideri, di imparare a comunicarli con chiarezza. Perché l'ascolto dell'altro inizia dall'ascolto di sé.
Conclusione:
l'intimità come scoperta continua
L'intimità vera, quella che lascia il segno, che nutre e trasforma, non ha bisogno di regole fisse. Ha bisogno di presenza, di ascolto, di dialogo. Ha bisogno di due persone disposte a lasciarsi sorprendere, a non dare nulla per scontato, a costruire insieme, momento per momento, la loro unica e irripetibile esperienza.
Perché alla fine, non esistono ricette universali per il piacere. Esiste solo la nostra capacità di incontrare l'altro, davvero, nel qui e ora. E questo, questo sì che è straordinario.
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